Dialoghi nel tempo del virus
Fotografare è per me sempre un momento di incontro e, in questo senso, una forma di dialogo, di interrogazione, di ascolto. In questa serie, in cui adotto a distanza di anni dalla prima volta, la forma del dittico, intendo suggerire una possibilità di relazione tra oggetti o volti che mi appartengono facendo parte del mio vissuto quotidiano, un tema che mi è sempre stato caro. Il tempo del virus è un tempo diverso da quello a cui siamo stati abituati. La lentezza diviene una condizione necessaria così come l' esplorazione del luogo a noi più familiare e tutto sembra dilatarsi e comprimersi nella successione degli istanti e poi delle ore e poi dei giorni. Intendo questo lavoro anche come verifica della inesauribilità dello sguardo, della sua capacità di insistenza e di ri-definizione del mondo in cui viviamo, fosse anche un mondo di poche decine di metri quadri.